Ciao! Il mese di agosto si è, per fortuna o purtroppo, concluso. Il caldo torrido delle ultime settimane è stato difficile da gestire. Solo le ferie hanno reso più sopportabile i gradi elevati.
A proposito di ferie, quest’anno io e Stefano, oltre a soggiornare nel mio amato litorale romagnolo, abbiamo visitato le città di Ancona, Loreto e Recanati. Non ho mai avuto l’occasione di camminare nelle vie marchigiane. È stata una sorpresa stupenda: ho adorato le mete scelte. Sarà dipeso dal fatto che la mia nonna materna dichiarava che parte della nostra famiglia provenisse da quelle terre? Non saprei. Tuttavia, posso affermare di aver percepito una forte connessione con una delle città sopra menzionate. Da questa “connessione” sembrerebbe essere nata l’idea per la trama di un romanzo… nulla di meno!
Tolti i costumi da bagno dalla valigia e riposti nell’armadio, sono tornata al lavoro. Ero emozionata e felice di riprendere la vita di sempre.
Nonostante i buoni propositi, però, non è stato semplice. Infatti, sono stata rallentata da degli acciacchi fisici, che mi hanno limitata nei movimenti più banali.
Ad aggravare il malumore per il dolore fisico patito, devo confessare di aver subito un importante arresto nell’attività di scrittura del nuovo romanzo. Nell’ultimo mese la motivazione è venuta a mancare. Non ero più certa di quello che stavo costruendo. Ero persa. Tanti i dubbi, troppa la pressione autoimposta… il collasso era inevitabile! Per fortuna, come sempre, ho potuto contare su Stefano, che mi ha ascoltata e aiutata. Durante le giornate di ferie si è fatto carico nientemeno che dei miei vaneggiamenti. Senza di lui, ora, non avrei ripreso i miei progetti con energia e dedizione.
Quindi, non preoccuparti, l’editing sta procedendo!
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Per ultimo, ma mai per importanza, ti rendo partecipe dell’iniziativa a cui ho aderito. Una delle mie lettrici, Katia Lo Vercio, mi ha contattata per chiedermi se fossi disposta a donare una copia de “La Sirena di Bellaere” ad AGITO (Associazione Genitori Insieme Tumori), per destinarlo alla lettura dei pazienti dell’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna. Sono onorata e orgogliosa di essere stata inserita in un così prezioso progetto.
Ecco, questo è uno dei motivi più belli per cui scrivo: condividere le mie storie con/per gli altri.
Maria Diletta Veluti