Ciao! Ti vedo trepidante, o mi sbaglio?
Dai, vieni con me in soffitta. Tu riprendi i cuscini, mentre io ritrovo il punto esatto dove ci eravamo fermati…
Eravamo rimasti a quelle ultime e gelide giornate di dicembre, a quando venne a mancare mio nonno. Faceva così freddo che il pomeriggio del suo funerale scese la nave. Quel giorno odiai la neve, bianca e candida, che, cadendo inesorabile dal cielo, rendeva ognuno felice ed estasiato mentre io ero arrabbiata e devastata. Ebbene il mio stato d’animo non mutò in fretta e, nei mesi a seguire, la serenità tardò a tornare nella mia esistenza. Per quanto riguarda la scrittura, come immaginerai, non era minimamente un mio pensiero ricorrente.
In verità, dopo la pubblicazione del racconto, la mia penna rimase con il tappo chiuso.
Successivamente, nel mese di febbraio, iniziai a chattare con una ragazza conosciuta su Wattpad, un’app dove in passato avevo pubblicato una Fanfiction su Beth e Daryl, due personaggi della serie televisiva “The Walking Dead” (l’avevi letta “Hold my hand”? Se così non fosse non cercarla, perché non la troveresti. Ne ho rimosso la pubblicazione). Tra una chiacchiera e l’altra, insomma, questa ragazza mi palesò il desiderio di voler leggere il mio racconto. E… le piacque. Molto. Anzi, mi disse che sarei stata una sciocca a lasciarlo breve e incompiuto. La mia storia, secondo il suo parere personale, aveva ancora molto da raccontare.
Per questo motivo, trovato nel profondo dell’animo il coraggio necessario, ripresi in pugno la penna. Tuttavia le poche settimane di lavoro, non continuo e senza pianificazione, non mi fecero superare la stesura del terzo capitolo. Sconfitta, chiusi di nuovo il quaderno con le mie parole scarabocchiate dentro.
Aprile fu, però, un mese di rinascita, perché si avverò uno dei miei desideri più attesi e anelati: io e Stefano andammo a convivere il 16 aprile 2021.
Molto probabilmente ora ti starai chiedendo il motivo per cui ho deciso di condividere un fatto così estraneo rispetto a ciò che ti sto raccontando. La verità è che fu proprio Stefano la svolta alle mie insicurezze.
Vivendo insieme, a volte, capitava che alla sera ci confrontassimo sul motivo per cui, a suo dire, mi ostinassi a non scrivere un romanzo. Le mie risposte ai suoi quesiti erano vaghe: non lo so, non sono in grado, non ho idee…
Menzogne. La realtà era che mi nascondevo dietro quelle bugie. Preferivo mentire a me stessa piuttosto che mettermi in gioco, rischiando così di fallire.
Giunse luglio… e la disoccupazione. La noia e le faccende domestiche erano il mio unico pensiero quotidiano. In quel frangente una sera, mentre stavamo cenando, Stefano mi costrinse a promettere che l’indomani avrei acceso il computer e provato a continuare il romanzo. Ricordo ancora il panico e il terrore quando, la mattina dopo, accesi il pc. Se la penna mi bloccava, pensai, forse la tastiera poteva sbloccare la mia mano tremula.
Una parola… due…
Un paragrafo…
Un capitolo…
Tra una paura e l’altra il manoscritto iniziava a prendere forma. La mia odierna Beta 2 Samantha all’epoca leggeva già qualche Capitolo in anteprima. Stefano e Samantha furono fondamentali, perché credettero in me quando io non pensavo di poter trascrivere nemmeno una comune lista della spesa.
Stavo procedendo, veloce e spedita. Mi divertivo. Per la prima volta la scrittura mi rallegrava come nient’altro. Amavo vivere sulla nave dei miei corsari barbareschi. Proseguì in questo modo per quattro mesi. Alla fine di ottobre, precisa precisa, cliccai l’ultimo punto.
Con le lacrime agli occhi e il labbro tremante, ce l’avevo fatta. Avevo concluso la prima stesura!
Poi? Ora cosa faccio?
Per scoprire l’ultima parte di questa storia…
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Maria Diletta Veluti